Dai negozi di abbigliamento a quelli di elettronica,
dalle gioiellerie alle profumerie, dai fiorai ai ferramenta, il requisito è
aver sofferto un calo di fatturato di almeno il 30% nel 2021 rispetto al 2019
(ignorando, quindi, il 2020 già segnato dalla pandemia).
Le attività di commercio al dettaglio indennizzabili sono
quelle con uno dei seguenti codici ATECO 2007:
Così, ad esempio, un negozio di abbigliamento che ha perso il 32% del fatturato, con una riduzione di 120.128 euro nel 2021, avrà un contributo di 6.007 euro (pari al 60% del calo medio mensile di 10.011 euro). Un fioraio che ha avuto un calo da 145.380 a 71.300 euro avrà invece 3.704 euro (sempre pari al 60% del calo medio mensile di 6.173 eur0).
Anche in questa nuova versione del contributo, la percentuale di indennizzo si abbassa al crescere della dimensione aziendale, scendendo al 50% per chi nel 2019 aveva ricavi oltre 400mila e fino a 1 milione di euro, e abbassandosi ancora a 40% tra 1 e 2 milioni. Perciò, un negozio di arredi che due anni fa aveva dichiarato 1,49 milioni di ricavi e ne ha perso il 31%, potrà avere un aiuto di 15.861 euro (il 40%, appunto, del calo medio mensile di 39.653 euro).
La domanda andrà presentata al ministero dello Sviluppo economico, che emanerà un provvedimento con le istruzioni.
Il decreto precisa già che, se le richieste saranno
superiori alle risorse stanziate, l’aiuto sarà riproporzionato al ribasso. Un
dettaglio di non poco conto, visto lo stanziamento ridotto di soli 200milioni.
Non appena il Ministero dello Sviluppo Economico emanerà
il provvedimento con le istruzioni saranno avvisate le aziende clienti
interessate.